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La Sardegna e i suoi vini

La Sardegna e i suoi vini

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I cento tipi di pane                                           Primi piatti                                            Secondi di carne                                              Secondi di pesce                                          Produzione vitivinicola    

 

La Sardegna, per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo gode di un ambiente favorevole per la coltivazione della vite. Il suo clima generalmente mite, i venti che, spesso la flagellano, l'influenza della brezza marina sulle colline che degradano verso le coste, la diversità dei suoi terreni nei quali vi sono rappresentate tutte le ere, dal Paleozoico inferiore al Quaternario, la relativa piovosità concentrata nel periodo tardo autunnale e primaverile, la costanza delle alte pressioni estive che, ostacolando l'afflusso delle umide correnti atlantiche caratterizzano il siccitoso periodo estivo, sono tutte componenti che incidono profondamente sulle caratteristiche dei vini sardi.

 

I vecchi luoghi comuni che descrivono i vini sardi come vini ad alta gradazione alcolica, pastosi, densi, non sono più adatti a delineare le produzioni attuali perché l'Isola non è più solo produttrice di vini da taglio atti ad irrobustire e migliorare produzioni della penisola o della Francia, ma produce vini da tavola e a D.O.C. molto apprezzati dagli intenditori.

 

Le produzioni odierne hanno una cosa in comune con quelle di ieri; l'assoluta genuinità! Si può infatti affermare con certezza che la Sardegna è una delle poche - se non l'unica - regione italiana dove non esiste la sofisticazione. Non per mancanza di controlli perché ci sono, e continui, ma perché nella mentalità del produttore sardo è impensabile commercializzare i prodotti della sua azienda e, quindi, farsene un giusto vanto, se essi non sono assolutamente genuini: ciò vale per il vino, come per il formaggio, il miele, ecc.

 

Pur essendoci delle grandi aziende viticole altamente specializzate, possiamo pensare all'Isola come un aggregato di tanti piccoli vigneti da quelli della pianura a quelli abbarbicati sui ripidi pendii delle zone interne i quali, circondati dalle limpide acque del suo splendido ed incontaminato mare danno l'impressione di un immenso vigneto posto proprio al centro del Mediterraneo.

La Sardegna, per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo gode di un ambiente favorevole per la coltivazione della vite. Il suo clima generalmente mite, i venti che, spesso la flagellano, l'influenza della brezza marina sulle colline che degradano verso le coste, la diversità dei suoi terreni nei quali vi sono rappresentate tutte le ere, dal Paleozoico inferiore al Quaternario, la relativa piovosità concentrata nel periodo tardo autunnale e primaverile, la costanza delle alte pressioni estive che, ostacolando l'afflusso delle umide correnti atlantiche caratterizzano il siccitoso periodo estivo, sono tutte componenti che incidono profondamente sulle caratteristiche dei vini sardi.

 

I vecchi luoghi comuni che descrivono i vini sardi come vini ad alta gradazione alcolica, pastosi, densi, non sono più adatti a delineare le produzioni attuali perché l'Isola non è più solo produttrice di vini da taglio atti ad irrobustire e migliorare produzioni della penisola o della Francia, ma produce vini da tavola e a D.O.C. molto apprezzati dagli intenditori.

Uva bianca

Le produzioni odierne hanno una cosa in comune con quelle di ieri; l'assoluta genuinità! Si può infatti affermare con certezza che la Sardegna è una delle poche - se non l'unica - regione italiana dove non esiste la sofisticazione. Non per mancanza di controlli perché ci sono, e continui, ma perché nella mentalità del produttore sardo è impensabile commercializzare i prodotti della sua azienda e, quindi, farsene un giusto vanto, se essi non sono assolutamente genuini: ciò vale per il vino, come per il formaggio, il miele, ecc.

 

Pur essendoci delle grandi aziende viticole altamente specializzate, possiamo pensare all'Isola come un aggregato di tanti piccoli vigneti da quelli della pianura a quelli abbarbicati sui ripidi pendii delle zone interne i quali, circondati dalle limpide acque del suo splendido ed incontaminato mare danno l'impressione di un immenso vigneto posto proprio al centro del Mediterraneo.

Vino rosso

La coltivazione della vite iniziò con le scorrerie degli invasori e dei dominatori che si sono avvicendati nei secoli.

Fenici, cartaginesi, etruschi, greci, romani, vandali, arabi, pisani, genovesi, aragonesi, spagnoli, piemontesi e francesi arrivarono dal mare costringendo i sardi a rifugiarsi nell'entroterra, a far sì che questo popolo, insediato in un'Isola al centro del Mediterraneo, un tempo decisivo per il dominio del mondo, non diventasse mai un popolo di pescatori e di marinai.

 

Per millenni i sardi furono terrorizzati dal mare, cercando tranquillità e sicurezza nei boschi inaccessibili dell'interno. Per il timore delle scorrerie era naturale cercare la propria sicurezza all'interno dei paesi, abbandonando la campagna prima dell'imbrunire.

 

Tra i segni, spesso sanguinosi, lasciati dai dominatori vi sono stati anche quelli utili. Uno di questi segni è dato dalle nuove varietà di vitigni che provenivano dalla Spagna, dalla Grecia, dall'Italia stessa facendo sì che la coltivazione della vite diventasse, per i sardi, ragione di vita e di sostentamento come il grano e la pastorizia.

La coltivazione della vite iniziò con le scorrerie degli invasori e dei dominatori che si sono avvicendati nei secoli.

Fenici, cartaginesi, etruschi, greci, romani, vandali, arabi, pisani, genovesi, aragonesi, spagnoli, piemontesi e francesi arrivarono dal mare costringendo i sardi a rifugiarsi nell'entroterra, a far sì che questo popolo, insediato in un'Isola al centro del Mediterraneo, un tempo decisivo per il dominio del mondo, non diventasse mai un popolo di pescatori e di marinai.

 

Per millenni i sardi furono terrorizzati dal mare, cercando tranquillità e sicurezza nei boschi inaccessibili dell'interno. Per il timore delle scorrerie era naturale cercare la propria sicurezza all'interno dei paesi, abbandonando la campagna prima dell'imbrunire.

 

Tra i segni, spesso sanguinosi, lasciati dai dominatori vi sono stati anche quelli utili. Uno di questi segni è dato dalle nuove varietà di vitigni che provenivano dalla Spagna, dalla Grecia, dall'Italia stessa facendo sì che la coltivazione della vite diventasse, per i sardi, ragione di vita e di sostentamento come il grano e la pastorizia.

Vigneto

L'antica vigna sarda è caratterizzata dal basso alberello dalla potatura corta, resa unitaria bassa, alta alcolicità. Esso, rimasto per secoli il tipo di allevamento preferito (esiste tutt'ora) perché richiedeva meno operazioni colturali, ha subito delle trasformazioni diventando una spalliera bassa, ma oggi vi sono molti vigneti specializzati allevati a tendone o a spalliera sì che le rese unitarie sono aumentate e si sono ottenuti, dagli originari vitigni, vini a più bassa alcolicità, acidità fissa più elevata, profumi più delicati e persistenti.

 

Pur con il dovuto rispetto per le tipiche caratteristiche dei vini sardi di un tempo, la produzione enologica attuale è più rispondente ai gusti dei consumatori mentre troviamo sempre, ancor oggi, quei tipici vini che, nei secoli, sono sati declamati da illustri personaggi: da Dante a Santa Caterina da Siena, da Boccaccio a Michelangelo, dall'Ariosto a Carducci per la Vernaccia, a Gabriele d'Annunzio per il Cannonau di Oliena: vini che riescono a sopportare lunghi anni di invecchiamento nelle antiche botti di castagno o rovere.

 

Lo scopo di queste poche note è quello di orientare il turista e l'estimatore dei genuini vini sardi a conoscere, seppure sommariamente, la produzione attuale, quella che può trovare sia nell'Enoteca che nella cantina di produzione. Quei vini, cioè, che si possono trovare in bottiglie eleganti, confezionate, etichettate con tanto di definizione esatta del prodotto e di nome e cognome del produttore.

 

Vini anonimi, venduti da certi produttori quasi di nascosto come in un clima di cospirazione, non devono interessare l'appassionato, il conoscitore sottile ed arguto che non intende essere turlupinato e che ci tiene a possedere e bere vini che hanno il loro passaporto di libera circolazione

L'antica vigna sarda è caratterizzata dal basso alberello dalla potatura corta, resa unitaria bassa, alta alcolicità. Esso, rimasto per secoli il tipo di allevamento preferito (esiste tutt'ora) perché richiedeva meno operazioni colturali, ha subito delle trasformazioni diventando una spalliera bassa, ma oggi vi sono molti vigneti specializzati allevati a tendone o a spalliera sì che le rese unitarie sono aumentate e si sono ottenuti, dagli originari vitigni, vini a più bassa alcolicità, acidità fissa più elevata, profumi più delicati e persistenti.

 

Pur con il dovuto rispetto per le tipiche caratteristiche dei vini sardi di un tempo, la produzione enologica attuale è più rispondente ai gusti dei consumatori mentre troviamo sempre, ancor oggi, quei tipici vini che, nei secoli, sono sati declamati da illustri personaggi: da Dante a Santa Caterina da Siena, da Boccaccio a Michelangelo, dall'Ariosto a Carducci per la Vernaccia, a Gabriele d'Annunzio per il Cannonau di Oliena: vini che riescono a sopportare lunghi anni di invecchiamento nelle antiche botti di castagno o rovere.

Lo scopo di queste poche note è quello di orientare il turista e l'estimatore dei genuini vini sardi a conoscere, seppure sommariamente, la produzione attuale, quella che può trovare sia nell'Enoteca che nella cantina di produzione. Quei vini, cioè, che si possono trovare in bottiglie eleganti, confezionate, etichettate con tanto di definizione esatta del prodotto e di nome e cognome del produttore.

 

Vini anonimi, venduti da certi produttori quasi di nascosto come in un clima di cospirazione, non devono interessare l'appassionato, il conoscitore sottile ed arguto che non intende essere turlupinato e che ci tiene a possedere e bere vini che hanno il loro passaporto di libera circolazione

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