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Possiamo iniziare la visita della città recandoci nel vecchio quartiere medievale di Castello, l’antico Castrum Caralis, che racchiude alcune delle attrattive più significative dell’intera città.

 

La Cittadella dei Musei che ospita il Museo Archeologico Nazionale, in piazza Indipendenza, racchiude il meglio dei reperti provenienti dagli innumerevoli scavi che hanno portato alla luce le testimonianze della civiltà nuragica.

 

Nell’atrio troviamo dei busti dedicati ai più illustri studiosi della storia sarda.

Nella 1^ sala troviamo i reperti relativi alla preistoria sarda, soprattutto utensili provenienti dalle necropoli di Anghelo Ruju, vicina ad Alghero. Particolare attenzione meritano le statuine riproducenti la mitica Dea Mater Mediterranea, come quelle denominate “Veneretta di Macomer” e “Dea Madre” di Senorbì, stilizzate, semplici di una modernità inquietante. Non trascurate le vetrine che racchiudono gli ormai famosissimi bronzetti nuragici, statuine frutto di un’arte primitiva, ma dotate di un’incredibile espressività. Si suole dividerli in due gruppi: quello di Uta-Abini, che raffigura principalmente esponenti delle classi più agiate ed il gruppo barbaricino, nel quale si riscontrano figure legate più alla vita quotidiana, nei suoi più semplici momenti. Un’ultima annotazione per il bronzetto più grande finora rinvenuto: quello ritrovato a Monte Arcosu e chiamato “Il Capo tribù di Uta”.

 

Nella seconda sala, dedicata alla civiltà punica, troviamo i reperti provenienti soprattutto da Nora, Tharros, Sulci e Bithia. Notevoli le statue del Dio Bes ed i vari betili raffiguranti la dea Tanit.

 

La terza sala  (punico –romana) è caratterizzata dalla molteplicità dei reperti trovati nei vari scavi di Nora, Cagliari ed altri, che testimoniano l’importanza raggiunta da Roma nell’isola. Così anche la piccola sala riservata alla scultura comprende monumenti di origine greco-romana. Molto belli i sarcofagi , quello denominato “delle Nereidi” proveniente da Cagliari e quello “delle 4 stagioni”.

 

Nella quinta sala è conservata una bellissima collezione di scarabei di età punica romana.

La sala VI contiene svariati gioielli, tra cui anelli, orecchini, bracciali e su tutti la superba collana in pasta vitrea, trovata in un sepolcro punico nelle campagne di Olbia. L’ultima sala è la settima dedicata ad una esposizione di pietre funerarie, con iscrizioni.

 

La Pinacoteca, al primo piano, al cui interno vi si trova un esauriente panorama della pittura sarda dal 1300 al 1600.

 

Percorrendo via Martini, arriviamo in Piazza Palazzo dove si trovano la Prefettura, l’Arcivescovado e la Cattedrale di Santa Maria del XIII secolo. Al suo interno notevoli i due pulpiti scolpiti dal maestro Guglielmo per il Duomo di Pisa (1159), una deliziosa statua lignea della Madonna (XII secolo). Passando per la Sacrestia si può arrivare al Museo Capitolare, nel quale sono custoditi oggetti del Tesoro, in particolare un trittico del pittore fiammingo G. David, da notare anche croci processionali e paramenti sacri.

 

Tra gli altri edifici religiosi nel quartiere Castello citiamo la chiesa della Purissima, in via Lamarmora, la chiesa di Santa Lucia, in via Martini, la chiesa della Madonna della Speranza, a fianco della Cattedrale di S. Maria, sorta come cappella gentilizia della famiglia Aymerich, la chiesa di S. Maria del Monte oggi sede del Sovrano ordine di Malta, ancora la basilica di Santa Croce, nata come sinagoga e poi trasformata in chiesa nel 1492, in seguito all'espulsione degli ebrei non convertiti al Cristianesimo e la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, la chiesa di Santa Caterina.

Possiamo iniziare la visita della città recandoci nel vecchio quartiere medievale di Castello, l’antico Castrum Caralis, che racchiude alcune delle attrattive più significative dell’intera città.

La Cittadella dei Musei che ospita il Museo Archeologico Nazionale, in piazza Indipendenza, racchiude il meglio dei reperti provenienti dagli innumerevoli scavi che hanno portato alla luce le testimonianze della civiltà nuragica.

 

Nell’atrio troviamo dei busti dedicati ai più illustri studiosi della storia sarda.

Nella 1^ sala troviamo i reperti relativi alla preistoria sarda, soprattutto utensili provenienti dalle necropoli di Anghelo Ruju, vicina ad Alghero.

Particolare attenzione meritano le statuine riproducenti la mitica Dea Mater Mediterranea, come quelle denominate “Veneretta di Macomer” e “Dea Madre” di Senorbì, stilizzate, semplici di una modernità inquietante. Non trascurate le vetrine che racchiudono gli ormai famosissimi bronzetti nuragici, statuine frutto di un’arte primitiva, ma dotate di un’incredibile espressività. Si suole dividerli in due gruppi: quello di Uta-Abini, che raffigura principalmente esponenti delle classi più agiate ed il gruppo barbaricino, nel quale si riscontrano figure legate più alla vita quotidiana, nei suoi più semplici momenti. Un’ultima annotazione per il bronzetto più grande finora rinvenuto: quello ritrovato a Monte Arcosu e chiamato “Il Capo tribù di Uta”.

 

Nella seconda sala, dedicata alla civiltà punica, troviamo i reperti provenienti soprattutto da Nora, Tharros, Sulci e Bithia. Notevoli le statue del Dio Bes ed i vari betili raffiguranti la dea Tanit.

 

La terza sala  (punico –romana) è caratterizzata dalla molteplicità dei reperti trovati nei vari scavi di Nora, Cagliari ed altri, che testimoniano l’importanza raggiunta da Roma nell’isola. Così anche la piccola sala riservata alla scultura comprende monumenti di origine greco-romana. Molto belli i sarcofagi , quello denominato “delle Nereidi” proveniente da Cagliari e quello “delle 4 stagioni”.

 

Nella quinta sala è conservata una bellissima collezione di scarabei di età punica romana.

La sala VI contiene svariati gioielli, tra cui anelli, orecchini, bracciali e su tutti la superba collana in pasta vitrea, trovata in un sepolcro punico nelle campagne di Olbia. L’ultima sala è la settima dedicata ad una esposizione di pietre funerarie, con iscrizioni.

 

La Pinacoteca, al primo piano, al cui interno vi si trova un esauriente panorama della pittura sarda dal 1300 al 1600.

Percorrendo via Martini, arriviamo in Piazza Palazzo dove si trovano la Prefettura, l’Arcivescovado e la Cattedrale di Santa Maria del XIII secolo.

 

Al suo interno notevoli i due pulpiti scolpiti dal maestro Guglielmo per il Duomo di Pisa (1159), una deliziosa statua lignea della Madonna (XII secolo). Passando per la Sacrestia si può arrivare al Museo Capitolare, nel quale sono custoditi oggetti del Tesoro, in particolare un trittico del pittore fiammingo G. David, da notare anche croci processionali e paramenti sacri.

Tra gli altri edifici religiosi nel quartiere Castello citiamo la chiesa della Purissima, in via Lamarmora, la chiesa di Santa Lucia, in via Martini, la chiesa della Madonna della Speranza, a fianco della Cattedrale di S. Maria, sorta come cappella gentilizia della famiglia Aymerich, la chiesa di S. Maria del Monte oggi sede del Sovrano ordine di Malta, ancora la basilica di Santa Croce, nata come sinagoga e poi trasformata in chiesa nel 1492, in seguito all'espulsione degli ebrei non convertiti al Cristianesimo e la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, la chiesa di Santa Caterina.

Sul caratteristico quartiere di Castello, svettano due maestose torri pisane: la Torre di S. Pancrazio, e la Torre dell’Elefante, progettate dall'architetto Giovanni Capula, che offrono non solo un bell’esempio di architettura pisana, ma anche uno splendido panorama della città e dei suoi dintorni.

 

Un altro bellissimo sguardo su tutta Cagliari ed il suo golfo, chiamato Golfo degli Angeli, lo possiamo dare dalla monumentale terrazza del Bastione di San Remy, che prende il nome del primo vicerè sabaudo in Sardegna. Progettato tra il 1896 e il 1902 da Fulgenzio Setti e Giuseppe Costa da un'idea dell'architetto Gaetano Cima di metà ottocento. La struttura è composta da colonne in calcare di colore bianco e giallo con capitelli in stile corinzio. Lo scalone principale, si snoda da piazza Costituzione con diverse rampe che si riuniscono a mezza altezza in un ampio pianerottolo dalla quale si accede alla passeggiata coperta che ospita ospita numerose manifestazioni e mostre.

 

Il Bastione si affaccia su Piazza Costituzione all'incrocio tra via Manno e via Garibaldi, due strade, storicamente conosciute per passeggiate, aperitivi e shopping.

Sul caratteristico quartiere di Castello, svettano due maestose torri pisane: la Torre di S. Pancrazio, e la Torre dell’Elefante, progettate dall'architetto Giovanni Capula, che offrono non solo un bell’esempio di architettura pisana, ma anche uno splendido panorama della città e dei suoi dintorni.

Un altro bellissimo sguardo su tutta Cagliari ed il suo golfo, chiamato Golfo degli Angeli, lo possiamo dare dalla monumentale terrazza del Bastione di San Remy, che prende il nome del primo vicerè sabaudo in Sardegna.

 

Progettato tra il 1896 e il 1902 da Fulgenzio Setti e Giuseppe Costa da un'idea dell'architetto Gaetano Cima di metà ottocento. La struttura è composta da colonne in calcare di colore bianco e giallo con capitelli in stile corinzio. Lo scalone principale, si snoda da piazza Costituzione con diverse rampe che si riuniscono a mezza altezza in un ampio pianerottolo dalla quale si accede alla passeggiata coperta che ospita ospita numerose manifestazioni e mostre.

 

Il Bastione si affaccia su Piazza Costituzione all'incrocio tra via Manno e via Garibaldi, due strade, storicamente conosciute per passeggiate, aperitivi e shopping.

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